Alfonso
Siracusa, classe '63, si rifà nelle sue opere a quelle che oggi
vengono definite “teorie complottiste”, le quali identificano
alla base delle manipolazioni della coscienza della massa e dello
stravolgimento della realtà operato dai potenti principalmente
attraverso i media, la volontà di creare un Nuovo Ordine
Mondiale.
Che si creda o meno in queste teorie, le opere di
Siracusa racchiudono un grande potere evocativo, abbracciando e
indagando in modo non comune i problemi della società contemporanea
e il male di vivere dell'uomo moderno.
Dove
è nata l'idea di avvicinarti a tematiche complottistiche, quali sono
i tuoi intenti, le tue finalità come artista?
Sono
attratto dalle icone che mantengono o acquisiscono, dietro strategie
non casuali, una grande forza attrattiva verso le masse popolari e
non solo, e che assecondano la vorace fame di spiritualità di molti
e il grottesco e blasfemo mercato del sacro di alcuni.
La
finzione della realtà che governa il mondo si riflette nelle mie
opere, un'ambiguità che, ribaltata di segno, riemerge in un'idea di
“con-fusione”, sobbarcandomi forse coraggiosamente e
paradossalmente come valore e come riferimento e da farne il nocciolo
centrale e l'assillo pregnante della mia ricerca artistica.
Questo
è il mondo che annuncio o denuncio nelle mie opere, i complotti
internazionali che pilotano l'elezione di Obama, il sabotaggio delle
torri gemelle per far credere al mondo intero che è stato Bin Laden
e avere motivo per invadere l'Afghanistan, la storia di Steve Jackson
Games e l'organizzato impedimento di svelare i piani degli Illuminati
attraverso il suo gioco dei ruoli, la supremazia dell'impero
britannico non più basata sulla guerra, ma sullo spionaggio
attraverso simboli gnostico-luciferini e altro ancora che fa sempre
riferimento ai poteri occulti e alla finzione storica.
Molti sono
incuriositi e perplessi dal mio accanimento nei riguardi della
pittura tradizionale, olio su tela, acrilico e ritratti, all'interno
delle mie installazioni. Non dipingo in modo anacronistico, anzi nei
miei dipinti e nelle mie installazioni inserisco degli oggetti e dei
giocattoli comprati nei mercatini e supermercati, assegnando loro una
funzione precipua all'interno delle opere, in tutto ciò non credo di
essere ridondante, anzi assemblo diversi linguaggi presenti nella
comunicazione mediatica e artistica contemporanea, evitando la
“pesantezza”, come nella costruzione di frasi visive con oggetti
più disparati, come borse termiche, aerei in carta gommata,
mappamondi in spugna antistress, griglie, Tende, bussole, aerei
giocattolo, torci da terra, detriti, barbecue e statuette in resina
ed infine modelle non professioniste con mascherine, in tutto ciò a
volte si rischia di scadere nello scontato e nel ridicolo, ma il
tutto viene condito con ironia ed ilarità, in un contesto
contemporaneo realizzato con caratteristiche prettamente ludiche. Mi
interessa provocare i visitatori ed i fruitori occasionali, tali da
farli diventare una componente fondamentale della mia arte. In me
forse alcuni vedono una non troppo velata missione, quella di rendere
consapevoli dei poteri che occultamente reggono il mondo e della
falsità creata, sotto forma di realtà, in cui questi poteri ci
manipolano e ci fanno vivere.
Quali
sono le opere che ritieni rappresentino in modo più significativo il
tuo lavoro e la tua ricerca artistica?
Le opere che
ritengo più rappresentative e significative attualmente
sono:
L'installazione The Illuminate Millennium Rituals
del 2008, che ritrae la regina Elisabetta avvolta dall'oscurità, con
gli occhi e la bocca chiusi, così come serrata è la bocca
dell'alieno che le sta dietro, a simboleggiare un potere che si fonda
sulla segretezza, caratteristica di ogni potere che si prefigge di
durare nei secoli. E, ancor di più, il messaggio dell'opera diventa
evidente con l'introduzione dei simboli gnostico-luciferini
prettamente anglosassoni, come la volpe e il corvo, o la sbavatura di
sangue che s'intravede sulle labbra, la bussola e il disco volante
rappresentato sopra la corona della regina. Nell'opera campeggiano,
ancora, oltre al disco volante emblema delle logge massoniche di alto
livello e simbolo dell'unità dei fratelli e della loro conoscenza
condivisa, alcuni 'Orbs, sfere di energia, utilizzati, da forme di
vita interplanetarie/interdimensionali per osservare la vita sulla
terra ed altri pianeti. Il tutto si completa con la presenza del
simbolo Raiufo, inventato da me, a rappresentare la finestra
multidimensionale attraverso la quale guardare gli
eventi.
StarPioTrek è un olio su tela del 2008,
quante volte l'immagine del grande Santo di Pietralcina è stata
usata per illustrare prodotti in un volgare, disgustoso
mercimonio!
Tali santini nelle mie opere vengono manipolati,
contaminati e ibridati con altre icone della cultura visiva
contemporanea, quasi a sottolinearne, a dispetto del gradiente del
sacro in esse contenute, gli analoghi meccanismi trasmissivi e
l'uguale potenzialità coercitiva dell'immagine.
Così, in un
novello canale televisivo satellitare e intersiderale da me inventato
e ironicamente chiamato Raiufo, San Pio da Pietralcina, meglio noto
come Padre Pio e santo di fresca nomina, diviene, con le orecchie
appuntite e gli occhi rilucenti, un alieno tra gli alieni di nome
StarPioTrek.
L'installazione Obsama del 2009, un
collage di carta e olio e acrilico su tela, è centrata sul
cosiddetto “inganno Obama”, sull'elezione alla presidenza degli
Stati Uniti di Barack Obama. Sostanzialmente propendo per una verità
dei fatti che attribuisco al miliardario ebreo-ungherese George Soros
e alla sua gag internazionale, costituita da una folla di attivisti
liberali, la responsabilità di aver portato Obama alla presidenza.
Le motivazioni di tale complotto, che falsificò il certificato di
nascita del candidato per eliminare la prova della sua
incandidabilità, sono riscontrabili nelle scelte operate dallo
stesso per “ringraziare” i suoi patrocinatori, come l'aumento del
deficit di bilancio, il nuovo piano di salvataggio di Wall Street, il
controllo della General Motors, la socializzazione dell'assistenza
sanitaria, la depredazione del Tesoro da parte di Goldman Sachs, la
concessione dei poteri alla Fed e l'espansione delle guerre globali
in Asia. Tra i progetti da realizzare ce ne sono tanti altri che
dovrebbero mettere a repentaglio la privacy di tutti e ampliare il
controllo su tutta la popolazione attraverso l?inserimento di
microchip sottocutanei.
Nell'opera campeggia il ritratto del
presidente sul viso del quale colano i colori della bandiera, mentre
dall'altra parte le stelle sono dei puzzle realizzati con le foto
delle vittime dell'11 settembre. Al centro in alto, sopra la fronte,
è rappresentata l'astronave che portò in tempi non sospetti un
Obama giovane a visitare il pianeta Marte, prima che il medesimo
diventasse presidente degli Stai Uniti d'America. Sul bordo superiore
dell'opera il simbolo dell'America, la statua della libertà.
L'origine di quest'ultima, per altro, essendo stato un regalo dei
massoni Francesi ai massoni Americani, ed è una copia dell'icona che
campeggia sulla Senna.
Secondo la mitologia massonica, le statue
della libertà simboleggiano la regina Semiramide e Iside. Il Sole a
sette raggi, che circonda il capo della statua è anch'esso un
simbolo di origine ermetica. Entrambi le statue della libertà
reggono in mano la torcia che simboleggia l?Illuminazione, la Luce,
la Conoscenza ed è un segno della Tradizione Primordiale e Unica.
Long life and prosperity 2009 Star Trek è
stato un evento culturale, che ha creato un immaginario collettivo
negli Stati Uniti e nel mondo. Parla delle loro avventure,
nell'esplorazione del cosmo "alla ricerca di altre forme di vita
e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto
prima". Nella mia opera "SpokObamaTrek" (45°
Presidente degli Stati Uniti d'America) è sul barbecue,
per ora spento. In primo piano, un globo terrestre in
plastica, finto come coloro che pensano di "dominare" il
pianeta che ci ospita.
Più complesso nei suoi significati
esoterici è l'installazione Illumi-Nati 2013,
costituita da quattro uova sode dipinte con pennarello, quattro
portauova di plastica, un uovo rosso dipinto con colori acrilici, un
uovo di struzzo sospeso, una scacchiera in marmo e, a terra sul
parquet, un ambigramma “Illuminati” in stile newgotic, realizzato
con zucchero a velo ed una banconota da cinquanta euro, dove i
simboli massonici e dell'Ordine degli Illuminati si stratificano e si
accalcano.
Il pavimento a colori bianchi e neri, o leggermente
variato nei colori ma sempre bi-cromo, è la superficie calpestabile
rituale di ogni loggia massonica presente fin dai tempi dell'antico
Egitto. Esso è il luogo prediletto dove si svolgono le iniziazioni e
assieme al fregio a dentelli e alla stella fiammeggiante è uno dei
simboli principali dell'Ordine poiché la sua bicromia rimanda
all'anteposizione del bene e del male presenti nella vita umana.
Di
diverso significato è invece l'uovo, in particolar modo nella
simbolistica cristiana, per il suo rimando continuo alla nascita sia
fisica che spirituale. Esso rinvia contemporaneamente sia alla
verginità di Maria sia alla sua fecondità. Nel Primo Rinascimento,
periodo di colti riferimenti alla civiltà greco-romana, esso
rimandava alla leggenda di Leda, moglie del re di Sparta, fecondata
da Zeus sotto forma di cigno che anticipava la fecondazione di Maria
Vergine per opera dello Spirito Santo. In un tempio della città di
Sparta, pertanto, c'era un uovo sospeso al soffitto, richiamato nella
storia dell'arte anche da Piero della Francesca nella sua Pala di
Brera del 1472 e della Madonna di Port Lligat del 1950 di Salvador
Dalì. Di diversa origine è la leggenda che narra di Maria Maddalena
che si era recata da Tiberio dopo la resurrezione di Cristo. Ella,
nell'annunciare la resurrezione, mostrò all'imperatore un uovo.
Questi dichiarò che era impossibile ritornare dal regno dei morti
com'era impossibile che un uovo bianco diventasse di colpo rosso.
Improvvisamente l?uovo cambiò colore contraddicendo le sicurezze
dell'imperatore.
L'uovo ha anche il significato d'inizio, i
romani, infatti, usavano la dizione “ab ovo” per significare il
cominciare da capo, poiché i loro banchetti iniziavano con
l'uovo.
L'installazione Illuminate card game
2013, è costituita da una serie di disegni realizzati da alcuni
studenti di una Scuola di Primo Grado. L'opera fa riferimento al caso
di Steve Jackson del 1990, creatore di giochi di ruolo, il quale nel
progettare un nuovo gioco, che si sarebbe chiamato “Illuminati - Il
Nuovo Ordine Mondiale”, o, in breve, “INWO”, aveva anticipato
il piano degli Illuminati e del loro Nuovo Ordine Mondiale. Tra le
varie carte che prevedevano eventi futuri ed eventi descritti dalla
Bibbia, tre delle sue carte preannunciavano gli eventi dell'11
Settembre.
Sembra che Steve conoscesse i piani degli Illuminati e
per evitare che potesse svelarli, attraverso la pubblicazione del suo
gioco di ruolo, abbia ricevuto la visita dei Servizi Segreti che, tra
le tante cose, gli hanno sequestrato tutta l'attrezzatura informatica
e, in particolar modo, il file che conteneva il gioco “Illuminista
BBS”.
lluminati/L'elite 2013, è
un'installazione che “invade” tutta una parete, costituita da sei
dipinti a olio su tela di vario formato, tessuto damascato, divano
rosso, foto work in progress e performance con avvenenti ragazze in
maschera che emulano in modo ironico l'illuminante opera “Eyes
Wide Shut” di Stanley Kubrick.
Hologram Planes
2013 è un'installazione costituita da una Borsa Termica Elettrica,
un mappamondo in spugna antistress e un aereo di carta gommata
dipinto in acrilico nella quale riecheggia da un lato le tematiche
del terrorismo internazionale e dell'asservimento dell'umanità alle
lobby del potere, mentre dall'altro lato emerge la presenza aliena
che protegge l'umanità e che si manifesta nelle grandi anime che
sono vissute e vivono in mezzo a noi.
Ed infine
Interview/RaiUfo 2013, installazione da esterno,
costituita da un furgone bianco con adesivi che simulano il logo
della Rai in “Raiufo”, con all'interno un'agenda e un microfono
con i simboli del novello canale “Raiufo”.
Vorrei
sapere qualcosa di più sul progetto "Rai Ufo", in cosa
consiste.
Nel 1999, ho inventato un nuovo canale televisivo
satellitare e intersiderale, ironicamente chiamato RAIUFO, progetto
concettuale con il logo della rete televisiva che diventa motivo di
gustose elaborazioni, e sacrileghe variazioni sul tema della più
tipica imagerie cristiana, fra astronavi, simboli egizi, allungamenti
delle orecchie di Padre Pio e moltiplicazioni degli occhi del Bambino
Gesù. Tale canale "Raiufo", multitematico e
multimediale, non poteva non intercettare, sempre per rimanere
nell'ambito del sacro, seppure con un di più di ironia e di
sarcasmo, i “sacri testi” dell'arte contemporanea.
Tra i
tanti e solo per citare i più noti, “Flash Art, la prima
rivista d'arte in Europa” diventa Fresh Art, Il primo
catalogo d'arte Pleiadiano, “Arte, Mensile d'arte, cultura e
informazione” si trasforma in Aste Mercatone, Mensile
d'aste, cultura e disinformazione, “Segno, arte
contemporanea” in il Pegno contemporaneo,
“Artforum” in Artuforum o, ancora, ”Tema
Celeste, arte contemporanea” assume il titolo di Tiama
Celeste, artextracontemporanea. Con un minimo di
manipolazione linguistica le copertine, pur estremamente simili agli
originali, si connotano con i nuovi contenuti imposti da me, di volta
in volta divento protagonista assoluto della Biennale delle Pleiadi,
mentore del “tempo successivo” e del rapporto tra extraterrestri
e sacralità. Lo stesso procedimento manipolativo caratterizzante la
pittura digitale interessa anche le immagini, per lo più santini
devozionali oleografici e Kitsch, arricchiti da improbabili, seppur
nel contesto credibili, dischi volanti e arcani pittogrammi.
Il
progetto nel tempo è continuato con l'opera Raiufo/Monarch del
2004/2013 non è altro che un'installazione/video costituita da una
tenda di lino con ricamo nell'ordito, con la scritta “Rai Ufo”
separata dalla farfalla del simbolo Rai, ma anche simbolo della
programmazione “Monarch”, realizzata con due volti speculari -
profilo di Marcel Duchamp.
Sulla tenda viene proiettato un video,
realizzato in collaborazione con un noto regista che conosce bene gli
Illuminati, nel quale alcune ragazze/modelle interagiscono con
l'opera. Gli schiavi della programmazione “Monarch” sono
principalmente di sesso femminile, perché in possesso di una
maggiore resistenza al dolore e perché tendono a dissociarsi più
facilmente rispetto ai maschi. Il programma “Monarch” si basa
sugli obiettivi Nazisti/Illuministi di creare una razza superiore, in
parte attraverso la genetica. Gli “schiavi” vengono utilizzati da
varie organizzazioni collegate con “l'elite” mondiale in settori,
come l'esercito, lo sport, la schiavitù sessuale e l'industria
dell'intrattenimento che fa di loro delle star.
Cosa
pensi del mercato dell'arte?
Sta facendo discutere
abbastanza, non esclusivamente in nord America, un articolo che Jerry
Saltz - uno dei più lucidi giornalisti d'arte negli Stati Uniti - ha
pubblicato sul numero attualmente in edicola del New York
Magazine, rivista dove Saltz scrive da qualche tempo dopo anni e
anni come capo dell'arte al Village Voice. Nel mirino di Saltz
quelle che lui chiama le megas. Le mega gallerie di stazza globale,
più potenti di ogni altra gallerie e soprattutto assai più potenti
dei musei, sempre più alle prese con budget tagliati. Budget che
invece, per quanto riguarda le megas, sono sempre in crescita, anzi
illimitati.
“Le mega-gallerie tipo Gagosian, Zwirner, Pace e
Hauser&Wirth sono una sciagura per l'arte e gli artisti”. Tutto
ciò apre il dibattito!
Siamo in una societá di massa, abbiamo
eserciti di aspiranti critici e artisti:”Tutto questo non porta al
confronto o alla concorrenza, ma alla dittatura dei mediocri che
stanno assieme e si coalizzano”. Succede anche all'estero, non solo
in Italia, anche se in Italia è sicuramente peggio.
Per quanto
riguarda le mega gallerie Saltz ha detto delle cose di assoluto buon
senso: lo spostamento del mercato dell'arte verso l'alto è
estremamente negativo, Ed è un'altra ragione non solo della critica,
ma del Senso Critico in generale: nel momento in cui il potere
economico riesce ad essere decisivo e spesso arbitrario subentra il
cinismo dei sottomessi che si bevono la lieta novella del valore come
convenzione di gruppo. Da qui la sfiducia verso l'autonomia e la fede
nelle relazioni addirittura teorizzate da alcuni come un fattore
estetico.
In Italia non esiste un solo critico con la capacità di
analisi e il carattere di Saltz, a ragione o a torto ha tirato una
bomba in un sistema che si sta autocelebrando in maniera onanistica.
Il mondo dell'arte è un tavolino a quattro gambe: artista,
critico,gallerista pubblico. I primi tre in qualche modo partecipano
a un dibattito dal quale il quarto si tiene ben lontano, ma è
quest'ultimo l'ago della bilancia, colui che finanzia il sistema; in
Italia il pubblico è scomparso e il sistema è crollato; penso che
sia su questo che si debbano in ultima analisi concentrare le nostre
riflessioni.
Già con il mio lavoro, nel lontano 1999 sulla
rivista patinata Flash Art come ha scritto in catalogo il
critico Ivo Serafino Fenu: “L'artista propone una sottile
operazione concettuale: penetra nel sistema dell'arte e ne disvela la
fragilità e l'ipocrisia con il mezzo principe che lo governa, il
denaro. Acquista pagine di pubblicità sulle stesse riviste che
irride, si autopromuove e le rende 'verosimili' trasformandole in
probabili icone d'arte contemporanea, entrando così nel complesso e
scivoloso ambito dei contenuti e sul potere coercitivo che tali
'bibbie' hanno sull'arte, sugli artisti, sull'orientamento del gusto
e del mercato, sempre nel gioco con-fuso e ambiguo del vero e del
falso, del reale e del virtuale”.
Per vedere altre opere dell'artista e per conoscere meglio la sua attività: